In un mondo dove il male è all'ordine del giorno e sovrasta i limiti prescritti dalla legge e dall'umanità, c'è ancora chi è in grado di terrorizzare, scioccare e far rabbrividire. L'uomo dovrebbe essere ormai pronto a ogni crudeltà e perversione inflitta all'altro, nel lungo corso dei secoli, ma questo non sempre accade. L'uomo non smetterà mai di provare la mera sensazione di paura, la paura dell'uomo stesso, che è colui da cui dobbiamo maggiormente proteggerci.
Krasnodar, capoluogo del territorio omonimo nella Russia meridionale, spiacevolmente, verrà ricordata per un recente caso di cronaca nera avvenuto proprio lì, sul suolo della città russa. Era un giorno come un altro, quando vennero ritrovati, in una scuola di volo, dei pacchetti misteriosi: al loro interno v'erano dei pezzi di carne umana.
Oltre ai pacchi sanguinolenti, anche un secchio con i resti e la borsa della vittima femminile. L'unica prova ritrovata tra le strade di Krasnodar vicine al luogo del ritrovamento dei resti del cadavere, fu un cellulare senza una scheda sim all'interno. Sul telefono, quello che trovarono fu altamente disturbante. Un uomo era il soggetto principale dei selfie presenti nella galleria fotografica: assieme a lui, le parti smembrate della vittima, come un trofeo di cui vantarsi.
Il sospettato, Dmitry Baksheev, nato in Siberia e rimasto orfano, venne fermato dalla polizia e inizialmente negò ogni coinvolgimento con l'omicidio. A detta della testimonianza di Dmitry, egli aveva soltanto ritrovato i resti della donna deceduta decidendo di scattare delle foto per poi gettare via il cellulare.
Ma, successivamente, si venne poi a scoprire la cruda realtà: ovviamente Dmitry non era stato unicamente uno spettatore del cadavere ritrovato in strada, bensì uno dei due carnefici, autori del violento massacro. Assieme a lui, sua moglie Natalia Shaporenko (che lo aveva sposato quando lui aveva 18 anni) colpevole non solo di aver ucciso la donna ritrovata assieme all'uomo amato, con cui instaurò da subito un legame morboso e marcio, ma anche di aver cucinato poi la sua carne morta.
La testa avvolta da mandarini con olive al posto degli occhi, ritrovata in casa della coppia. |
E' strano come l'uomo spesso non sia poi così dissimile dagli animali selvaggi e non lasciati in cattività, bensì ci si accorge di come egli possa essere ancor più spietato, nutrendo nel profondo desideri e pensieri deviati sfocianti in atti riprovevoli e repressi.
Ciò che scoprirono dei due cannibali di Krasnodar fu agghiacciante: i due coniugi cacciavano le proprie vittime su siti di incontri online, per poi trucidarle e mangiarle. Nella perlustrazione del loro appartamento sono stati trovati un barattolo con fettine di pelle umana, una testa e tanti souvenir. Inoltre, nella loro abitazione c'erano anche tantissimi cellulari, presumibilmente di tutte le persone scomparse, con all'interno dei video tutorial su come cucinare la loro carne.
Le vittime dei due, in totale, furono ben trenta. La loro caccia è durata per ben vent'anni, cominciata con la prima vittima dell'epoca il 29 Settembre 1999. Si dice persino che Natalia, infermiera di professione e moglie di Dmitry, abbia nutrito gli studenti dell'accademia militare di Krasnodar con la carne dei martiri, passando inosservata.
Assurdo e angosciante il modo in cui i due assassini seriali siano passati inosservati per così tanto tempo, uscendo allo scoperto soltanto ora rovinando l'immagine pubblica della Russia e dell'umanità intera, ormai imperniata sul peccato e la violenza. Una cosa utile però, proveniente da detti antichi, i due spietati killer l'hanno insegnata ancora: fidarsi delle persone è bene, non fidarsi è meglio.
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