Suspiria: 2017

Soundtrack

lunedì 20 novembre 2017

The Young Will Overcome- Manson Family



Rammentate il giorno, quando tutto ebbe inizio? I fiori profumavano di libertà, e l'erba era il nostro letto. Ricordo i momenti in cui eravamo liberi, c'era armonia nell'aria ed eravamo una cosa sola. Reietti, scaraventati via dai nostri simili, ci chiudevamo nel nostro buco sacro, dove si ballava e ballava nel vento, si cantava col cielo e ci si univa con la carne: eravamo un tutt'uno, noi, che potevano capirne gli altri? Quei momenti in cui eravamo ovunque, e quell'ovunque era 'casa'. Scappavamo e del mondo non ce ne importava nullaGiovani sciolti e senza inibizione, a caccia di nuove reclute per ampliare la bestia in una cosa sola. Noi, i prescelti, i figli della luce divina e progenie dell'inferno. ''Siamo coloro che usciranno dagli abissi e prenderanno il comando del mondo'',usava dire l'onnipotente. Ma esso era il nostro illuminismo,il nostro infinito che si estendeva col tappeto rossoverso le porte dell'aldilà. Nati figli della pace e poi divenuti soldati dell'apocalisse, ci siamo bagnati del peccato, impregnati di viscere e cadaveri, perché eravamo convinti: il mondo sarebbe caduto ai nostri piedi, e avremmo ricevuto la nostra rivalsa. Creati come fratelli,poi automi e schiavi di una furia assassina, moriremo robot creati per spargere sangue. E anche nell'oltretomba vagheremo soli verso la nostra sorte, carnefici delle nostre perversioni e vittime del nostro ego perduto. Ve lo ricordate quando tutto ebbe inizio?



giovedì 24 agosto 2017

La tragica morte di Sophie Lancaster


Nella vita tutti siamo stati vittime di qualcuno, per qualche svariato motivo: chi per la provenienza, chi per i gusti personali, chi per l'aspetto... chi, come Sophie Lancaster, per la diversità. La diversità dovrebbe essere qualcosa che ci dovrebbe unire, non dividere: il mondo è bello perché vario, se fossimo tutti uguali dove starebbe la vera bellezza? Una persona è bella e apprezzabile nella sua unicità, nella sua personalità rara. L'omologazione ci rende dei robot, non degli umani. Quante volte avete sentito di persone maltrattate psicologicamente e fisicamente, picchiate, violentate e uccise per una loro particolarità fisica, sociale, mentale? Gli esempi che si potrebbero fare sono davvero innumerevoli, ma questa è la storia di Sophie. Sophie Lancaster, nata il 26 Novembre del 1986 nel Lancashire in Inghilterra, era una studentessa. I genitori ricordano Sophie come gentile, buona, divertente e coraggiosa. Una bella ragazza con tante qualità, strappata via dalla vita bruscamente e troppo in fretta. Sophie aveva un ragazzo, Robert Maltby di 21 anni, ed entrambi erano molto legati alla cultura goth. Entrambi intelligenti, sensibili, coscienziosi nella vita sociale e di tutti i giorni. Come tutti i giovani appartenenti ad una categoria culturale differente, Sophie veniva etichettata (come ad esempio vengono anche etichettati coloro appartenenti alla cultura metal). Etichettata perché diversa dal resto delle persone del luogo in cui abitava. Ora immaginate la scena di quella famosa notte, una scena cinematografica che può essere accostata ai peggiori film horror e di violenza psicologica mai fatti. Robert, ventunanni e Sophie, ventenne, una sera del 2007 stavano camminando per il parco ed erano di ritorno verso casa dopo essere stati da un paio di amici.Erano al Stubbylee Park tra l'1:10 e l'1:20 della notte, l'11 Agosto 2007. Un gruppo di adolescenti tra i quattordici e i diciassette anni con cui avevano parlato un po' senza problemi, cominciò ad inseguirli per il parco, fino a quando non aggredirono Robert senza prima nessuna provocazione. Robert venne buttato a terra, massacrato di pugni e calci in testa e nell'addome. Sophie intervenne per cercare di fermare il pestaggio e proteggere il suo ragazzo, ma la gang si accanì contro di lei in maniera ancor più brutale. Calci, pugni, ripetuti colpi in testa, salti sul corpo martoriato... Fino a quando entrambi i giovani non persero i sensi. Così il gruppetto di ragazzini andò via, lasciandoli morenti a terra. Soddisfatti, andarono a vantarsi delle loro gesta con i loro amici con frasi del genere:''C'erano due goth, due fenomeni da baraccone al parco. Dovreste vederli, sono davvero un pasticcio. Abbiamo fatto una cosa dannatamente buona''. Celebrarono così il loro attacco di bullismo e criminalità sulle povere vittime che erano appunto, Sophie e Robert. Un testimone quindicenne sul posto disse alla polizia:''Non hanno fatto altro che dare a calci in testa a lei e saltarle con le gambe e i piedi sulla testa.''La polizia asserì che gli attacchi ricevuti furono talmente brutali che dai corpi non riuscirono inizialmente a determinare il sesso dei due giovani, non riuscendo a capire chi fosse il ragazzo e chi la ragazza. Sophie aveva in viso impronte molto visibili di anfibi e il volto era deformato dai colpi presi. I due inizialmente furono in coma, ma fortunatamente Robert ne uscì vivo, anche se con traumi e perdite di memoria. Sophie invece subì un destino molto più crudele. I medici capirono subito che per lei non c'era speranza, non avrebbe mai ripreso conoscenza. Così, il respiratore venne staccato dopo tredici giorni dall'aggressione e Sophie morì. Non riuscì a lottare fisicamente contro quello che aveva ingiustamente subìto. Ryan Herbert e Brendan Harris vennero giudicati colpevoli dell'uccisione di Sophie Lancaster, che alla centrale di polizia durante l'interrogatorio continuarono a ridere dell'accaduto come se fosse una cosa divertente e di poca rilevanza. Sophie fu uccisa non per qualche comportamento scorretto, per qualcosa che aveva detto o fatto, ma semplicemente perché era vestita in maniera differente dagli altri!La cosa peggiore è che Robert ora dovrà continuare a vivere la sua vita rivivendo quella notte, in cui ha perso la sua donna, di cui, magari, si sarà sentito colpevole. Colpevole per non averla protetta come avrebbe dovuto, colpevole di non essere morto lui al posto di Sophie. Questo omicidio è ormai un simbolo nel mondo del goth moderno, poiché ha segnato tutti coloro che sono ''diversi'', che sono come era Sophie. Ha insorto in molti la paura, la paura di uscire di casa, di vivere liberamente la propria vita.  Sophie è l'esempio che non dovrete mai, mai rinunciare a quello che siete. Lottate, battetevi, andate contro le barriere e non perdete voi stessi, affinché siate sempre, voi stessi. Il limite umano non avrà mai fine e le povere persone ne rimetteranno, anche con la vita. Questo per disagio sociale, per ignoranza, per pregiudizi inutili, per mancanza di valore umano.  Prima di giudicare una persona per il loro aspetto, riflettete, pensateci bene prima, meditate sul vostro pensiero e andate oltre il modo di vestire, il modo di pensare e il modo di apprezzare qualcosa. Guardate l'animo delle persone, sempre, senza basarvi sulle apparenze, e andate oltre anche alle divergenze, ai contrasti, perché è lì che troverete la vera essenza umana ed è in quel momento che avrete capito cosa significa essere umani. Perché quando muore una persona, anche se non vi è simpatica perché diversa dal vostro io, non è una cosa da sottovalutare: con lei muoiono pensieri, visioni, pareri, emozioni, caratteristiche specifiche, passioni, sogni. Con lei muoiono tutte le persone che le sono attorno, che le vogliono bene, persone a cui quel qualcuno ha trasmesso qualcosa. Perché ognuno di noi segna qualcuno nella vita, anche con una semplice frase, con un sorriso, con un gesto. Ed è proprio grazie ad un'azione che Ryan e Brendan hanno segnato le vite di Sophie e Robert, per sempre.



martedì 18 aprile 2017

Il caso Borley- Una delle case più infestate al mondo



Chi non si è mai spaventato ritrovandosi di fronte a una presunta casa infestata dai fantasmi? O addirittura.. da poltergeist e Demoni. Chiunque, risponderete. 
Ebbene sì, le abitazioni infestate dai fantasmi hanno sempre creato terrore nell'animo dei viandanti e dei passanti, tanto che... le leggende su di esse, col passare degli anni altro non hanno fatto che ingigantirsi ancor di più.
Se c'è un luogo da citare, uno dei più infestati al mondo, quello è la canonica di Borley.
Borley Rectory, un edificio di circa undici camere da letto, più ulteriori stanze. La costruzione avvenne nel 1863 grazie al reverendo Henry Dawson Ellis Bull, a Borley, villaggio a 60 miglia a nord-est di Londra, nella costa sud-orientale. Purtroppo ora poco vi rimane, poiché è stato distrutto in un incendio nel 1939. 
Perché divenne celebre? Esso vanta di investigazioni del paranormale proprio a causa dell'infestazione di poltergeist più famosa al mondo (superando anche quella del caso Enfield).
Non si sentì mai parlare di fantasmi, fino al 1929, anno in cui Harry Price, studioso di paranormale, fece visita alla casa grazie alla chiamata del reverendo Guy Smith, che abiterà la casa per un anno.
La canonica cambiò nuovamente inquilini e si passò al reverendo Lionel Foyster e sua moglie Marianne. 
Con questi abitanti, i fenomeni si fecero più forti e incontrollabili: scritte che comparivano sui muri, pietre e libri che volavano, campanelli suonanti, getti d'acqua improvvisi, oggetti che sparivano e riapparivano senza il minimo senso e tanto altro ancora.
La notte per loro era così difficile dormire... poiché venivano disturbati da codesti fenomeni.
Il reverendo tenta un esorcismo, senza però non sortire alcun effetto. 
Una notte, la moglie Marianne, senza volerlo, intravide una macabra figura scura, grande, simile a quella di un pipistrello, ma senza riuscire però a identificarla.
Anche i vecchi fenomeni riapparvero, tra cui richieste d'aiuto e di preghiere.
Ma i Foyster non durano e proprio come gli altri abbandonano la canonica nel 1935. 
Il nuovo inquilino, l'investigatore del paranormale Harry Price, fa capolinea nell'abitazione nel 1937 e fa installare lì altri investigatori.
Anche essi, avrebbero poi rinvenuto fenomeni paranormali incontrollabili.
La leggenda però, è ancor più antica e la storia non cominciò proprio con la costruzione dell'edificio.
Il suo predecessore, su quella terra, fu un monastero dove viveva una monaca, rinchiusa tra le mura.
La donna era innamorata di un cocchiere e, ricambiata, dopo vari tentativi gli innamorati tentarono di fuggire via. Con la complicità del frate, salirono una notte su di una carrozza, ma fu troppo tardi perché un'identità strana diede l'allarme al monastero e questi vennero fermati.
Il frate e il cocchiere vennero giustiziati e la monaca, per punizione, murata viva in una cella del monastero.
Una storia che fa accapponare la pelle, pensare a una donna rinchiusa in un buco, nell'oscurità, senza cibo, acqua... mentre striscia nella notte in cerca di aiuto, fino a raggiungere proprio la morte.
Harry Price venne anche a sapere che, nel corso dei tempi, dopo il tramonto molti testimoni avrebbero visto proprio un'agghiacciante monaca in abiti scuri camminare a testa abbassata nel sentiero che porta al bosco.
Questo viottolo viene chiamato, per l'appunto, il ''sentiero della monaca''.
Price, dopo varie sedute, venne a contatto con lo spirito di una suora, Maria Lairre, vissuta nel XVI secolo. Coincidenze?
Nel 1939 la canonica di Borley passò ad un altro inquilino, W. E. Gregson, che, accidentalmente,
nel medesimo anno fece cadere una lampada a olio sul pavimento.
L'incendio, distrusse l'edificio e lo bruciò interamente.
Ma la storia non finì con l'incendio che rase al suolo la canonica.
Nel 1943 Price e i suoi collaboratori avviarono l'inizio degli scavi e ciò che vi trovarono fu spaventoso. Una mandibola che apparteneva ad una figura di sesso femminile, che si suppone potesse essere stata quella della monaca.
Molto prima, su quel terreno, è certo che le vittime che ci furono, furono proprio quelli della peste del XVII secolo. Fu però nel 1944 che le rovine della casa Borley, vennero finalmente, completamente, del tutto distrutte, ponendo fine a un mistero durato secoli.



La liberazione

Sia lodato nostro Signore,
cristo in croce che tu m'assista
in quest'epidemia del cuore
che m'ha colpito,
in questa terra su cui son
ormai naufragata.
Io, Maria,
come la santa vergine,
chiedo per il perdono,
per la tua misericordia.
Tienimi in vita padre mio,
non m'abbandonare anche tu
in questa landa oscura,
nel buio,
dove Satana può afferrarmi
e portarmi con sé nell'abisso infernale.
Ho peccato,
ma è il peccato più bello
che potessi commettere,
quello di amare,
amare follemente
come una madre col proprio bambino,
come una suora,
per Dio.
Sono qui per la mia espiazione
e non ti do alcuna spiegazione
perché se è per amore che subirò la mia pena
allora che mi prenda pure con sé la morte
e Satana stesso,
coi suoi Demoni infernali,
poiché non c'è cosa più letale
che mi abbia consentito di sentirmi viva
come l'amore.



lunedì 10 aprile 2017

Quod me nutrit me destruit- monologo


Sapete,
mi piacerebbe un giorno
deliziarmi della felicità.
Un mattino vorrei alzarmi 
e sorridere al cielo,
essere gentile con le persone
e amare la vita.
potermi alzare dal letto
e sentirmi bene con me.
E' estate, 
le giovani si recano in spiaggia 
e sfoggiano il loro bel corpo:
io mi copro.
E' primavera e le giovani
indossano abiti
per provare quanto siano graziose:
io mi copro.
E' inverno,
si vestono per proteggersi dal freddo, 
mentre io, finalmente,
ho un espediente
per poter occultare 
questo disgustoso ammasso di carne
che tutti chiamiamo ''corpo''.
E' difficile, sapete?
Mi sto accarezzando, 
riesco a sentire le ossa
riesco a contarle:
uno, due, tre, quattro, cinque, sei.
E mi sento viva.
E' un altro giorno buio
e sento la carne ammassarsi sui fianchi.
Perché? 
Eppur non mi nutro di nulla 
se non di dolore.
E anche oggi sono quella di ieri.
Liberatemi da questo pozzo di dolore,
liberatemi da questo ammasso di carne
chiamato ''corpo''.
No, non v'è via d'uscita.

Mondo. 
Sei crudele, corrotto,
 tu e i tuoi canoni di bellezza,
tu e la tua perfezione da inseguire.
Quanta malvagità distruttiva in te 
e quanta mestizia
in me.
Allo specchio
non vedo altro che il grosso mostro
che tormenta i miei sogni
trasformandoli in incubi.
Neanche il sole guarirà la tempesta.
Sono in torto, sto io per caso sbagliando?
Sono io, malata?
Allora lasciatemi marcire sola,
 in questa malattia,
in questo oblio potente,
ad ardere nel fuoco della distruzione,
in questo dirupo
dove non c'è fine,
perché sono finita nel delirio,
perché non c'è più vita.


giovedì 9 febbraio 2017

Flakka: la droga sintetica del delirio e il cannibalismo


Da alcuni anni in Italia, e soprattutto in America, è arrivata la cosiddetta droga del cannibale molto "Low Cost"; molti giovani italiani affermano di averla reperita dalla comunità filippina, anche se l'origine di tale sostanza risale in Cina, Pakistan, ed India e di conseguenza esportata fin qui. Questa droga viene chiamata Flakka o Gravel, in italiano Ghiaia (materiale non friabile, non idrosolubile), ed è uno stimolante sintetico che venne sviluppato negli anni 60'. Dato che è uno pscicostimolante, come tale può causare paranoia, allucinazioni, stati psicotici, tachicardia, aumento dell'adrenalina e della forza che combinato insieme ad altre droghe causa la morte per suicidio. I principi attivi molte volte possiamo ritrovarle nelle droghe "ricreative" vendute come "sali da bagno". Il prezzo della dose si aggira attorno ai 5$ che corrisponderebbero a 4 euro circa, ed è prodotta sotto forma di cristalli che possono essere polverizzati e assunti per endovena, oppure possono essere ingeriti, sniffati, strofinati sui bulbi oculari e anche fumati tramite sigaretta elettronica e viene venduta come alternativa economica all’ecstasy e alla crystal meth per garantire divertimento. La durata della sostanza varia dalle 4 ore a diversi giorni e in alcuni casi si è visto che l'effetto durasse per un mese o in casi più gravi anche dopo quattro o sei mesi dall'assunzione; in America è scoppiato un vero e proprio boom tra il 2012 (nello specifico) e il 2015 registrando più di mille casi specialmente in Florida. Adesso attenzioniamo più nello specifico alcuni casi avvenuti sempre qui, in Florida che si pensa causino attacchi di cannibalismo in chi ne fa uso:
- Come hanno riposrtato molti giornali in America nel 2012, uno studente universitario americano di 19 anni, Austin Kelly Harrouff, è in fin di vita dopo essere stato fermato dalla polizia in seguito all’omicidio in Florida di John Stevens, 59 anni, e Michelle Mishcon, 53 anni, e all'aggressione di un vicino di casa che era intervenuto per cercare di difendere la coppia. Harrouff è anche accusato di aver preso a morsi il volto della donna, forse in preda ad un attacco di questa droga, che già in passato ha stimolato alcuni episodi di cannibalismo proprio in Florida. Come sottolinea il Palm Beach Post, al momento restano sconosciute le cause del duplice omicidio: assassino e vittime nemmeno si conoscevano. Un accoltellamento avvenuto "a caso", come ha spiegato lo sceriffo William Snyder, forse proprio sotto effetto di allucinazioni da droga. Il giovane è entrato nella casa della coppia a Jupiter River, zona residenziale vicino a Palm Beach, nella Contea di Martin: l’ingresso dal garage era spesso lasciato aperto per favorire le visite, essendo i padroni di casa molto socievoli. La donna è stata trovata accoltellata a morte in garage, mentre il corpo di Stevens era nel vialetto di accesso alla villetta con il giovane che stava attaccato al cadavere.I diversi test medici hanno dato esito negativo per quanto riguarda eroina e cocaina, metanfetamine e marijuana. Si ipotizza quindi che il ragazzo possa aver assunto la flakka. "La flakka non è una droga che si può rilevare in ospedale e neanche altre sostanze sintetiche che possono provocare quel delirio che abbiamo visto la scorsa notte", ha spiegato lo sceriffo. "Non credo di aver mai visto prima qualcosa di tanto violento, aggressivo in un omicidio", ha aggiunto. Lo studente, dotato di una forza anormale, è stato fermato dall’intervento di numerosi agenti, cani e una pistola paralizzante. Sembra che il 19enne Austin Kelly Harrouff fosse ancora sotto effetto di droga quando è arrivato in ospedale: era sotto choc ed emetteva anche suoni gutturali, di tipo animalesco, secondo i testimoni.
- Altro caso avvenuto a Miami sempre nello stesso anno(2012) è stato quello di Rudy Eugene che trovò il 65enne Ronald Poppo mentre stava dormendo sui binari di un treno e in  un raptus di pazzia, avrebbe poi cominciato a prenderlo a pugni per stordirlo (o forse per ammazzarlo). Una volta svenuto, il 31enne ha iniziato ad 'addentare' la sua preda.A salvare la vita a Poppo è stato l’intervento della polizia, che ha sparato e ucciso Eugene. "Mi ha divorato la faccia, mi ha strappato gli occhi con la bocca", ha raccontato Poppo alla polizia di Miami durante un'intervista: In quell’aggressione Poppo perse un occhio e il naso, e tuttora, benché il viso gli sia stato ricostruito, vede soltanto da un occhio.Il senzatetto ha detto ai poliziotti di non aver mai incontrato prima Eugene."Per un brevissimo lasso di tempo, ha raccontato Poppo, quando l’ho visto ho pensato che fosse un bravo ragazzo,ad un tratto però è come impazzito e si è diretto verso di me". E poi c’è stato l’attacco, un orripilante attacco durato 18 minuti, ripreso dai video di sorveglianza, e a cui solo l’arrivo della polizia ha potuto dare fine.Poppo non capisce che cosa abbia potuto scatenare questo impulso."Io di certo non gli ho detto nulla di male, né l’ho insultato". Dai test tossicologi fatti su Eugene è risultato che il giovane aveva assunto solo della marijuana, e non dei sali da bagno, come si era detto in un primo momento. Ma anche Poppo ha notato che Eugene agiva sotto l’effetto di qualche sostanza stupefacente."Mi parlava in modo strano, dicendomi che stavo per morire, e che anche lui stava per morire, ringrazio la polizia di Miami per avermi salvato giusto in tempo" cosi' concluse la sua intervista.
- Un altro caso di un giovane studente americano del Maryland ha confessato alla polizia di aver ucciso il suo compagno di stanza, per poi mangiarne il cuore e parti del cervello. Lo riportano i media americani, pochi giorni dopo un altro caso di cannibalismo avvenuto a  Miami. Kinyua Alexander, studente ventunenne della Morgan State University di Baltimore, è stato arrestato martedì dopo la scoperta nella sua casa di Harford County, da parte del fratello, di testa e mani di un uomo, secondo il Baltimore Sun. La vittima, Kujoe Bonsafo Agyei-Kodie, 37 anni, amico del padre dell'omicida, era scomparso da una settimana. Il suo omicida aveva denunciato la sua scomparsa dicendo che era uscito per andare a fare jogging. Dopo la scoperta di due scatole contenenti i resti umani nella sua cantina, la polizia ha interrogato ottenendo la confessione e pensano sia causato per l'appunto da questa "nuova" droga.
                                                                           
                 
Sempre a Miami, nel 2012 si verificò un fatto simile  e si ipotizzò anche allora, che il colpevole fu sotto effetto della medesima droga.
In Florida ci fu un ulteriore attacco ''zombie''.
La causa, sarebbe sempre la droga speciale, che ti procura il desiderio di carne umana.
Charles Baker, un uomo di 26 anni, si recò a casa dell'ex compagna per far visita ai figli.
Baker era sotto l'effetto di droga, iniziò ad urlare e spaccare mobili in preda a un raptus, fino a quando non si denudò e prese a morsi il braccio di un uomo che abitava nell'abitazione, Jeffrey Blake.
Sempre in quel periodo, un ragazzo ridusse in fin di vita un senzatetto, mangiandogli il 75 % del volto, Da qui, si pensò a un forte virus, proprio perché a distanza di giorni si seppe che nel Maryland, uno studente confessò di aver ucciso il compagno di stanza e di averne mangiato cuore e cervello.
La droga che veniva incolpata di esserne la causa, era di nuovo quella di ''sali da bagno'', e sarebbe un mix di LSD, ecstasy e metanfetamina e farebbe scattare la voglia insistente di mangiare carne umana.
Nei giorni seguenti, fece scalpore un altro caso di cannibalismo: Luka Magnotta che ammazzò e mangiò il suo fidanzato cinese per poi riprenderlo con una videocamera.
In Italia, invece, da poco tempo, son stati trovati dei filmati prova di immigrati che venivano smembrati e mangiati e i loro organi venduti.
Nel 2012, un ragazzo giapponese , Mao Sugiyama, 22 anni, asessuato, si fece asportare chirurgicamente i genitali e li fece mangiare a cinque ospiti ad un pranzo, ben cotti e conditi.
Così, dopo averli congelati, cosse e condì il suo pene e il suo scroto per farlo mangiare ad altre persone.
Inverosimile, no?
Ma cosa spinge l'uomo a mangiare carne umana? Quanti altri casi di cannibalismo ci sono al giorno d'oggi? Ce ne parla anche l'autrice Francine Arioza nel suo libro, ''Il lato oscuro del Brasile''.
Molti sono i casi, non son finiti qui e sicuramente non finiranno in futuro. Il cannibalismo è ancora vivo nei giorni nostri e probabilmente, c'è un cannibale in ognuno di noi, che vuole uscir fuori.
Perché il cannibalismo fa parte della natura.
Perché noi siamo la natura.
E la natura, non ha limiti.
                                                                                                             




Gente sotto effetto di flakka
https://www.youtube.com/watch?v=tfF440F8Inc
https://www.youtube.com/watch?v=ooVx6MlORkQ,
https://www.youtube.com/watch?v=EVfDgF8tPiw

Con la collaborazione di Jessica Renda

domenica 29 gennaio 2017

Il caso Borden


'900. Andrew Borden, la sua seconda moglie Abby e le sue figlie Emma, di 42 e Lizzie, 32, vivevano a Fall River assieme alla domestica Bridget Sullivan. Andrew era molto ricco; egli era proprietario di banche, fattorie e terreni. Lizzie, la figlia minore, rimpiangeva molto la morte della madre avvenuta quando lei aveva soltanto due anni; aveva un rapporto burrascoso con suo padre, che la violentava, abusando così di lei sessualmente. Inoltre, ella e sua sorella Emma non andavano molto d'accordo con la loro matrigna Abby, Le due vivevano da zitelle una vita che non volevano, in una casa dove non c'erano neanche acqua e bagno, dove però c'erano presenze che non apprezzavano. Ci fu un episodio, dove dei ladri rubarono a casa Borden e Andrew, uccise gli uccelli cari a Lizzie. La figlia ne pianse molto la morte. Mentre le sorelle Borden vivevano senza neanche poter godere dell'acqua, Andrew spese i propri soldi per comprare una casa alla sorella della moglie Abby. La vita a casa Borden non era semplice e non si respirava alquanto l'aria di famiglia. 
Andrew era un uomo che tutti, nel quartiere, volevano morto.
Dopo che ci fu in casa un altro furto, il padre famiglia asserì di sapere chi fosse il ladro e di sbrigarsela poi, a modo suo. 
Probabilmente, chi rubava in casa non era qualcuno che veniva da fuori, ma qualcuno che viveva dentro. Probabilmente, sarà stata una ripicca dei Lizzie nei confronti di suo padre.
4 Agosto 1982: fu lì che avvenne il massacro.
La giornata si svolse normalmente; Andrew uscì e in casa rimasero Abby, Lizzie e la domestica. Emma, invece, era in vacanza con dei parenti. 
Abby , la prima vittima venne brutalmente uccisa a colpi d'ascia e, un'ora dopo, alle 10:40 Andrew tornò a casa, dove cominciò a leggere il giornale. Successivamente si udì un urlo straziante di Lizzie alle 11:10. La Sullivan, la domestica, arrivò sul luogo e trovò Lizzie sconvolta accanto a suo padre morto, colpito anch'egli da un'ascia.
L'assassino colpì Abby mentre lei era di spalle a rifare il letto dove aveva dormito suo fratello la notte prima e ricevette ben diciannove colpi. 
Andrew venne colpito dieci o undici volte, sul sofà, mentre stava riposando. 

Andrew Borden



Abby Borden

Vennero date tante versioni diverse dell'accaduto.
Inizialmente, Bridget Sullivan, la cameriera, asserì che di ritorno, ad Andrew si bloccarono le chiavi e la porta di casa venne bloccata anch'essa ed ella sentì la risata di Lizzie provenire dalle scale. 
Questo venne considerato significativo, perché il corpo di Abby era visibile dalle scale. 
Successivamente la Sullivan ammise che durante il fatto, si trovava al terzo piano a pulire i vetri, quando sentì Lizzie chiamarla dal piano di sotto, mentre urlava;''Maggie, papà è morto. Qualcuno è entrato e l'ha ucciso!''. 
Secondo le versioni di Lizzie, invece, ella non si trovava al piano di sopra. Disse che il padre le chiese dove fosse Abby e lei gli rispose che era uscita per visitare un amico. Ha ammesso lei stessa di aver sfilato gli stivali all'uomo e aspettato mentre si mettesse a fare un pisolino, tutto mentre Bridget era andata a riposare in camera da letto.
Inizialmente dichiarò di essersi recata nella stalla e di essersi messa a mangiare pere, ma fu risultato impossibile perché quel giorno faceva tanto caldo e sarebbe stato insostenibile sopporrtare il sole per la durata di ben venti minuti.  
Abby morì un'ora prima del marito, quindi fu improbabile che un estraneo entrato in casa si fosse nascosto e avesse aspettato così tanto fino all'arrivo del marito per ammazzarlo se c'erano anche Lizzie e la domestica lì presenti in casa. E perché, allora, non togliere la vita anche a queste ultime due?
Una delle teorie è che quello fu un anniversario di strage. La madre di Lizzie era morta a 32 anni e Lizzie stessa, quando venne commesso l'omicidio, aveva proprio 32 anni. La stessa età per rivendicare la morte della madre e la nuova vita del padre, che abusava di lei.
Oppure, Emma e Lizzie si erano messe d'accordo per eliminare le due persone che tanto odiavano, così Lizzie appena ne ebbe l'occasione, colpì, spietata.
Eppure, avrebbe potuto commettere l'omicidio anche la domestica Sullivan, tanto amica e complice della nostra cara Lizzie.
Ma la verità, non la sapremo mai. 
Lizzie venne prima accusata, la prima tra gli indiziati, poi assolta: innocente era, secondo la giuria.
Con tutte le prove che si avevano a suo sfavore, non venne condannata ugualmente.
Lizzie, morì nel 1927 lasciando il patrimonio ricevuto dalla morte del padre, ai parenti , agli amici e alla lega della protezione per gli animali.
E voi, vi spingereste così tanto pur di avere la vostra vendetta? Vi macchiereste di atti crudi e crudeli, solo per la vostra soddisfazione? Solo per veder morti le persone che tanto odiate? Per vendicare una virtù rapita e strappata via?
Ancora oggi, sull'omicidio dei Borden si svolgono indagini e teorie, poiché non si sa ancora ciò che avvenne davvero lì dentro.
E ancora oggi, il caso Borden, rimane irrisolto.

The Borden
Era ora il tempo adatto, il tempo propizio per agire.
Avrei avuto la mia agognata vendetta, bramata dalla mia fanciullezza.
Abby era già distesa a terra, pregna di sangue. Oh, quanto ne godevo.
Il suo cranio spappolato era la mia ambrosia ora e lui, sarebbe stato il prossimo.
Eccolo, giù, si sta spogliando del suo pastrano ed è ora accanto al divano.
Lo scorgo dalle scale e mi addentro giù, furtiva.
«Lizzie, cara. Aiutami a distendermi, su. Non indugiare e sbrigati»
La sua arroganza fa crescere in me ancor di più la carica d'ira: non avrai scampo.
Lo aiuto a togliere le scarpe e gli sposto le gambe con cura appoggiandole lì sopra al divano.
«Grazie Lizzie»
«Buon riposo, padre»
Due secondi, il tempo che egli chiuda gli occhi e...
Un colpo, due, tre. Sempre più forte, sempre più veementemente, con più foga e più rabbia.
Non gli do neanche il tempo e la forza di gridare. 
Padre mio, ora sei negli inferi, dove devi stare.
Hai rubato la vita mia e io ti ho restituito all'inferno.
Diciannove colpi e l'ascia cade a terra, son sfinita, ma n'è valsa la pena.
Nessun senso di colpa, nessuna pena... solo... angoscia e tanta, tanta soddisfazione.
Ora non potrai più farmi alcun danno, papà.
Che le viscere dell'Inferno ti risucchino, per sempre.