Probabilmente non molto popolare a livello internazionale ma che fece assai scalpore, il dubbioso caso di Katherine Mary Knight è considerato uno dei più cruenti della storia del crimine, ponendo la donna tra le più efferate e squilibrate assassine di tutti i tempi. Nata nel 1956 a Tenterfield, in Australia, Katherine era la più giovane dei due figli nati dalla madre Barbara e dal suo nuovo compagno, Ken Knight. Costretta a subire molti traslochi e molti mutamenti in famiglia, subì la morte di suo zio, la persona oltre alla sua gemella a cui ella era più legata, il quale si suicidò nel 1969 togliendosi la vita. La Knight ne rimase totalmente devastata e asserì in futuro che lo spirito del beneamato zio andasse a trovarla di tanto in tanto. Il lutto di quell'uomo fu il prologo di una vita disturbante, dove ebbe vita anche il suo disturbo borderline della personalità. La situazione in ambito familiare non era delle migliori. Ken, suo padre, era un uomo molto aggressivo; alcolizzato e dall'indole violenta, commetteva frequentemente abusi sessuali sulla madre di Katherine, arrivando a violentarla dieci volte al giorno. Barbara, spinta dal dolore, si confidava con le sue figlie raccontando i dettagli degli stupri sottolineando quanto odiasse gli uomini e spingendo l'ultima a sopportare le costrizioni sul prendere parte a rapporti sessuali avute da suoi partner. Ciò fece nascere nella nostra protagonista, un desiderio di disinibizione, di appetito sessuale incontrollato e di odio nei riguardi della razza maschile. Katherine Knight fu vittima di stupri e vari abusi da parte di molti membri della sua famiglia, suo padre escluso, fino alla giovane età di undici anni. Studente modello a scuola, alternava mutando completamente in bulla con furie omicide: aggredì un compagno con un'arma e spinse un'insegnante a ferirla per legittima offesa. Lasciò la scuola precocemente all'età di 15 anni senza aver appreso le capacità di scrittura e lettura, rimanendo analfabeta. Ottenne il suo ''lavoro ideale'' come macellaia, lavoro svolto anche da suo padre, che la rese popolare in città per la sua ossessione per la scuoiatura degli animali e la sua collezione sopra il letto di set di coltelli. ''Saranno sempre a portata di mano se ne avrò bisogno'', disse la Knight.
La transizione: da Vittima a Carnefice
E infatti, la prima notte di nozze la donna tentò di strangolarlo solamente perché lui esausto, dopo aver avuto tre rapporti consecutivi, si addormentò. Quanto è buffa a volte la vita. Gli atti più violenti e da riportare di quel tormentato matrimonio, furono tre: una sera Kellett ritardò nel rientro a casa e Katherine, infuriata, gli bruciò tutti i vestiti e con una padella colpì al collo l'uomo appena tornato a casa. David fuggì e stette in ospedale per tre giorni: riportò una frattura grave al cranio. Il giorno seguente Katherine venne avvistata mentre spingeva violentemente e lanciava in strada la carrozzina del suo ultimo figlio: in ospedale le diagnosticarono la depressione post partum. Dopo due mesi dall'ultimo accaduto, lasciò sua figlia Melissa sui binari di una stazione attendendo l'arrivo di un treno, la quale fortunatamente venne salvata prima della sua morte da un barbone. Isterica e accecata dal desiderio di ritrovare Kellett e riaverlo per sé, Katherine ne fece di tutti i colori: tagliò il volto di una donna, prese in ostaggio un ragazzo e lo minacciò col suo coltello al collo, progettò di ammazzare il benzinaio che aveva permesso a Kellett di partire e lasciarla, per poi ammazzare quest'ultimo e sua madre. Senza indugi, venne ricoverata in un ospedale psichiatrico. Kellett chiuse completamente ogni tipo di rapporto con questa donna, la quale si consolò in fretta adescando una nuova vittima: David Saunders. Come prova di ciò che gli sarebbe accaduto se avesse provato ad avere altre relazioni. Katherine tagliò la gola al suo cane dinanzi a lui per poi colpirlo con una padella. La donna addobbò la casa interamente di pelli di animali, forconi, machete, rastrelli e teschi e dopo una discussione al riguardo con il povero Saunders, lo colpì con un ferro da stiro prima di accoltellarlo allo stomaco con un paio di forbici. Quest'uomo scampò a una terribile fine, così come il penultimo compagno John Chillingworth.
John Price e Katherine Knight, in un periodo felice
prima degli avvenimenti spiacevoli
Dono una serie di assalti in cui la Knight accoltellò Price al petto, egli chiese alla corte di far sì che ella stesse lontana dai suoi figli e da lui. Katherine quel fatidico pomeriggio chiese a John di tornare a casa: se non avesse acconsentito, lei avrebbe tolto la vita ai suoi bambini. Non avendo altro da fare, accettò e le ultime parole che disse ai suoi amici furono:''Se non tornerò domani pomeriggio a lavoro, vorrà dire che lei mi avrà ammazzato.''
Price in casa non trovò né Katherine, né i suoi figli che erano stati mandati a dormire da un amico, così tornò a casa sua dove si addormentò davanti alla tv. La Knight quella sera aveva comprato e indossato nuovo lingerie nera e aveva videoregistrato tutto ai suoi figli per sua volontà, come una dimostrazione del crimine che avrebbe commesso ore dopo.
Si recò a casa dell'uomo e bussò alla porta; tentò l'uomo da grande manipolatrice ed ebbero una nottata di sesso, fino a quando lui non si addormentò.
Il giorno seguente, i vicini si preoccuparono vedendo l'auto di John ancora situata nel parcheggio e il suo datore di lavoro, non vedendolo arrivare, mandò qualcuno a casa per controllare la situazione.
La polizia fu avvertita dopo avvistamenti di sangue sulla porta di casa e arrivò ritrovandosi dinanzi a uno spettacolo raccapricciante.
Katherine era distesa sul letto in coma dopo aver tentato il suicidio a causa della somministrazione di troppe pillole, ma John...
Fu accoltellato con un coltello da macello durante il sonno ricevendo ben 37 colpi, soprattutto negli organi vitali: la furia dell'assassina era così potente e eccitante da non permetterle di fermarsi. Seguendo le tracce, John tentò di uscire varcando la soglia della porta, ma venne trascinato nuovamente dentro dove morì dissanguato.
Non essendo abbastanza soddisfatta, Kate ore dopo lo appese ad un gancio da macellaio sull'architrave con accanto i suoi genitali e lo scuoiò vivo in maniera del tutto professionale; lo decapitò e tagliò parti della sua carne che cucinò e mangiò, per poi fare un breve riposino.
Lo tagliò a pezzi completamente e come ogni mattina preparò il pranzo: nella pentola che bolliva c'era la testa, che avrebbe accompagnato a suoi pezzi di carne messi nei piatti accanto a cavoli, verdure, patate, zucca, zucchine... tutto riservato a tavola ai figli di John.
Il tribunale la ritenne instabile mentalmente ma capace di intendere e di volere, motivo per cui venne condannata all'ergastolo immediato senza possibilità di libertà condizionale e portata in carcere nell'Ottobre 2011, dove si trova tutt'ora.
Incolpare il disturbo borderline sarebbe alquanto sciocco, considerando che i disturbi di personalità non implicano atti omicidi e, cosa più importante, fanno di te una persona particolare, non necessariamente un assassino.
E' beffardo come una mente deviata possa essere l'autrice di un epilogo così grottesco.
Reduce da un'infanzia difficile che ha influenzato la sua crescita, Katherine Knight ha vissuto il dolore per poi arrecarlo lei stessa, è stata plasmata dalla medesima violenza subita: fu il male generato dal male.
E' proprio vero che la psiche umana è qualcosa di così singolare da stravolgere ogni teoria di comprensione.
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