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martedì 18 giugno 2019

Eva Ionesco: storia di un'infanzia rubata


Eva e Irina


Eva Ionesco, attrice e modella francese ormai 53enne, divenne protagonista di un caso assai particolare incentrato su di lei e sua madre, la fotografa rumeno-francese Irina Ionesco. Apparsa anche nel cinema ne ''L'inquilino del terzo piano'' di Roman Polanski, ''Spermula'' e ''Maladolescenza'' di Pier Giuseppe Murgia, Eva fu fin da giovanissima il soggetto preferito delle fotografie di sua madre Irina. Sin dai quattro anni la piccola Eva divenne la sua modella personale. Pur posando per altri fotografi, Eva era il fiore all'occhiello di Irina, che la esibiva ovunque, in tutto il mondo, in pose e scatti di ogni tipo. La fotografia contorta della Ionesco, magnifica, erotica, glamour e al contempo macabra e dal sapore vintage, cominciò a rappresentare Eva in tutta la sua folgorante bellezza infantile: una bellezza non ancora sbocciata ma già capace di attirare l'attenzione degli uomini. Nonostante la tenera età, Irina riuscì, grazie alla sua arte, a tramutare Eva in una donna già fatta. 
Eva Ionesco in uno degli scatti di sua madre.
Eva, dal canto suo, pur essendo una fanciulla, riusciva ad apparire in quegli scatti nelle vesti di donna sensuale e disinibita, ciò che effettivamente non era e non poteva ancora essere per la sua tenera età. 
Come dice Ellen Page nel suo personaggio in ''Hard Candy'', solo perché si hanno le sembianze di una donna non vuol dire che si sia disposte a fare effettivamente quello che fa una donna. Dai cinque ai quattordici anni Eva, infatti, posò in tutte le foto della madre, che la ritraevano seminuda o completamente nuda. Le foto furono soggetto di interesse pubblico, acclamazioni e molte (ovvie) critiche legali e morali durante i decenni. Eva fu la più giovane modella ad apparire su un numero di Playboy all'età di soli undici anni. A causa delle foto in cui era protagonista e dei ruoli precoci interpretati nei pochi film in cui apparve (in particolare ''Maladolescenza'', dove un'undicenne giovane Ionesco compare in una scena di sesso), ad Eva fu affibbiato l'appellativo di Lolita. Le sue foto pornografiche negli anni '70 furono normalmente commercializzate, comparendo nelle riviste europee. Irina spogliò la figlia e, cosa più atroce, utilizzò le sue fotografie per accreditarsi come artista, vendendole anche a siti pedo-pornografici con lo scopo di arricchirsi. La bambina compieva tre sedute di fotografia a settimana, costretta ovviamente dal volere supremo della madre, sennò ''niente giochi e vestiti nuovi''. La piccola, d'altro canto, per avvicinarsi alla madre artista, compiacerla ed esserle vicina, tentò di assecondarla in ogni cosa. Sono quasi quarant'anni che Irina e sua figlia non si parlano se non tramite le voci di avvocati.
Anamaria Vartolomei interpreta Eva in My Little Princess.

Eva l'accusa, giustamente, di averle rubato l'infanzia distruggendo quella che era la sua immagine pura e candida di bambina, mettendo il suo corpo nelle mani dei pedofili. La battaglia legale tra madre e figlia è stata molto lunga e intensa, ed è proseguita con l'uscita del libro testamento ''Eva'' di Simon Liberati, marito di Eva Ionesco. Irina ha chiesto 40 mila euro di risarcimento per danni nei confronti del genero, che nel libro oltre a trattare delle liti familiari della famiglia di Irina, parlerebbe anche del suo rapporto con la droga e l'alcol. Nel 2011 Eva ha diretto il film autobiografico francese ''My Little Princess'', con protagonista Isabelle Huppert nei panni di Irina, uscito in home video lo stesso anno, dove si racconta della vicenda che l'ha vista protagonista da bambina: dell'inferno deviato tra lei e la sua genitrice.
La vicenda scabrosa ispirò anche il regista Louis Malle per il film ''Pretty Baby'' con Susan Sarandon. Dopo tanti anni, Eva lotta ancora per la distruzione dei negativi delle foto che la ritraevano infante e nuda, difatti le foto non potranno più essere diffuse senza il suo consenso.
La storia di Eva è una storia sulla perversione, sulla deviazione mentale e su una vita e un'immagine che non potranno mai più essere riportate indietro. Può essere tanto sconvolgente ritrovarsi dinanzi a una vicenda simile, dove una madre, solitamente e originariamente figura protettrice e cara, invece che prendersi cura della propria bambina, strumentalizza la sua essenza vendendo il suo corpo (seppur solo in foto) a pericolosi malati di mente. Nonostante le fotografie della Ionesco siano accattivanti e uniche per stile ed atmosfera, luci e contrasto tra bianco e nero, restano delle foto innaturali, marce e degenerate, figlie di una mente meschina, subdola e malvagiamente ambiziosa. Agghiacciante fu la frase che Irina disse a telefono a sua figlia, dopo l'uscita del film autobiografico (che l'accusava direttamente e senza bugie, senza più veli):''Eva hai parlato. Ti arriveranno molte, grandi disgrazie''.