Soundtrack
lunedì 26 dicembre 2016
La famiglia Palmer di David Lynch
1990. Twin Peaks ha i suoi momenti di gloria sugli schermi della TV e diventa un successo mondiale. La storia nata da David Lynch e Mark Frost sta ricevendo il degno riconoscimento.
La serie non ha personaggi semplici: sono tutti studiati, ben analizzati, ben formati, diversi da quelli dei soliti telefilm. Sono marchiati da Lynch stesso.
Se troviamo un agente speciale con poteri extrasensoriali, una signora che vaga con un ceppo in mano, una donna instabile che si allena con le capacità fisiche di un uomo e una segretaria sbarazzina e buffa con la voce da infante, troviamo anche la famiglia differente, che diviene una cosa a parte.
La più contorta e analizzata, è proprio la famiglia Palmer.
Laura Palmer, figlia unica, è la bionda giovane donna, ancora ragazzina ma già matura sessualmente e in altri ambiti, la quale rappresenta il personaggio primario di tutta la serie. Problematica, devastata, impura e molto fragile interiormente, Laura è la vittima assoluta, la prescelta, la poi defunta.
Sarah Palmer, madre, è una donna fumatrice e debole, che viene usata, sfruttata e vittimizzata dal suo stesso marito, non avendo mai voce in capitolo. Sarah è buona, Sarah ha visioni paranormali, Sarah è instabile.
Leland Palmer, è un avvocato e padre, un tipo sfizioso, attraente e allegro, ma proprio dietro a queste caratteristiche positive cela dietro un grande segreto.
David Lynch tra dramma e ironia riesce a raccontare il vero terrore che si cela nella vicenda.
Quella descritta da Lynch è una famiglia atipica, stramba e di paese, che nasconde scheletri nell'armadio.
A Twin Peaks ogni famiglia è importante, il suo concetto lo è; noi entriamo nelle dimore di tutti, ci affezioniamo ad ogni singola persona e respiriamo l'aria di casa.
Possiamo notare i Briggs, che, seppur non avendo dialogo, riescono a mantenere un buon rapporto, soprattutto quello tra padre e figlio (il maggiore e Bobby); gli Hayward, nonostante mantengano riservatezze, sono una vera famiglia modello, probabilmente anche più dei Palmer (difatti, Laura sogna appunto un legame come quello della famiglia di Donna).
I Palmer, all'esterno, appaiono perfetti, senza alcun difetto: la classica famiglia modello americana... che, ovviamente, cela i suoi segreti.
Se da un lato ci sono i momenti gioiosi e i disguidi tipici di una famiglia normale, dall'altro, vengono presentati accaduti peculiari e terrificanti, che non dovrebbero avvenire.
Troviamo l'equilibrio dei Palmer nella scena a tavola, quando madre, padre e figlia cominciano a comportarsi in maniera bizzarra, parlare in norvegese e cantare, per poi ridere fragorosamente.
Momenti in cui la madre chiede cose ordinarie alla figlia, in cui il padre severo osserva quest'ultima mentre parla coi suoi ragazzi. Il bene e la normalità sono lì, concentrati e mai perduti, ed escono fuori in pochi momenti, dove si ritrova la giusta armonia.
Ma la famiglia Lynchana non presenta solo questo, no.
Frost e Lynch hanno creato un connubio tra bene e male e l'hanno messo in atto.
Perché non c'è sempre il sereno.
C'è un buco nero nella famiglia Palmer, un buco che sta inghiottendo tutti, in particolare la giovane figlia. Un intruso spinto nel corpo di qualcun altro che sta svuotando, macchiando e ammazzando la bella, forte ma al contempo fragile Laura.
E si prova disgusto, dolore, sofferenza, nel vedere un padre crear danno così a sua figlia, rapendola e rubandole sé stessa, la sua vita, la sua integrità. Perché Leland è il fulcro del male, perché nonostante ami sua figlia più di ogni altra cosa, si lascia andare, si lascia calpestare per calpestare lei.
E' proprio per questo che Laura brama una famiglia come quella di Donna e, vorrebbe un legame paterno come quello tra Audrey Horne e suo padre Benjamin, perché il suo con Leland è... corrotto, anormale, insano, malato.
Ed è l'oscurità stessa, ad avvolgere casa Palmer: dalle mura che si spostano, dai letti che nascondono entità, dalle ventole che precedono il terrore, dalle finestre che son portali, dalle lenzuola che son testimoni di atti crudi.
E l'armonia viene così cancellata e occultata dal mistero e dal peccato, rendendo la famiglia Palmer, non una semplice famiglia americana, bensì LA famiglia, quella diversa, quella misteriosa, quella tragica.
Perché non c'è sempre il sereno. Perché non c'è sempre la quiete dopo la tempesta.
Perché Laura morirà e nulla si potrà più riparare.
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lunedì 19 dicembre 2016
Armin Meiwes- Il cannibale di Rothenburg
Armin Meiwes
Armin Meiwes nasce a Essen, Germania, nel 1961. Egli è nell'esercito in qualità di tecnico informatico, conduce una vita regolare: un uomo comune, se solo non fosse in realtà... antropofago.
Difatti, Armin, dietro quel sorrisetto furbo, cela una gran passione per il cannibalismo.
Egli desidera mangiare carne umana.
2001. Armin pubblica un annuncio su una bacheca virtuale in internet ,di antropofagi, ''The Cannibal Cafè'',
Quello che scrive?
''Cerco un uomo ben fatto, tra i 18 e i 30 anni, per essere macellato''.
Una richiesta lontana dall'essere indolore, un qualcosa di diretto, deciso e spontaneo da parte sua.
Dopo aver inserito questo annuncio, riceve tante risposte da tanti interessati, ma il 9 Marzo viene contattato da un quarantenne esperto di computer berlinese, ingegnere elettrotecnico, Bernd Brandes, anch'egli con la medesima passione di Armin, il quale è disposto a farsi macellare e mangiare e che Armin stesso ritiene la sua vittima ideale.
Bernd Brandes, vittima
Meiwes per l'occasione allestisce anche una stanza e i due concordano nel vedersi a casa sua, a Rothenburg. Brandes sa quale sarà la sua fine e decide di recarsi lì comunque, per dedicarsi letteralmente all'altro. E' il destino che desidera per lui.
Brandes vuole essere mangiato, ma non prima di essere condito in padella con olio, sale, pepe e aglio.
Armin somministra all'uomo una forte dose di sonniferi e alcol e per prima cosa, gli taglia il pene e lo assaggia parlando con Bernd, per poi dare qualche pezzo di carne ai suoi cani.
Decide di lasciarlo dissanguare nella vasca da bagno per ben tre ore!
Dopo questo lungo tempo trascorso in tranquillità, Armin si mette all'opera e, mentre legge un libro di Star Trek, prima bacia la sua vittima e, successivamente, gli taglia la gola.
Un ultimo saluto prima di raggiungere la morte.
L'uomo appende il corpo della vittima ad un gancio e comincia a sezionarlo, tagliandolo in due e scegliendo le parti da mangiare per prime.
Egli congela la carne in frigorifero e seppellisce gli scarti nel giardino. La carne era circa 20 kg e ne mangiò per dieci mesi.
Foto tratte dal video
Stupidamente, Meiwes pubblica un ulteriore annuncio su ''The Cannibal Cafè'' quasi un anno dopo, ma un ragazzo, vista la richiesta, decide di contattare le autorità, sfortunatamente per l'altro. Le autorità si recano a casa di Armin, a Rothenburg e trovano nel frigorifero i resti umani di Bernd Brandes, più una videoregistrazione fatta da Armin stesso, della durata di tante ore, dove viene ripreso tutto il macabro accaduto.
Il cannibale viene arrestato nel 2002, nel 2004 condannato a otto anni di carcere, ma, in seguito, nel 2006 gli viene dato l'ergastolo, a Francoforte, in virtù dell'accusa di omicidio volontario.
Inizialmente, il cannibale di Rothenburg spiega di non aver nessun rimorso e durante un'intervista, rilascia queste terrificanti parole:''La carne umana ha lo stesso sapore di quella di maiale, è solo leggermente più amara, ma più sostanziosa: è buona davvero".
"E' una bella sensazione sapere che adesso lui è diventato parte di me".
Successivamente, amette di provare profondo rammarico per ciò che ha fatto, e in seguito, stando in carcere, diviene vegetariano.
La sua vicenda venne accostata a quella del cannibale Issei Sagawa, il quale ammazzò e si nutrì di una ragazza dell'Olanda.
I Rammstein hanno scritto una canzone ispirata a questo accaduto, che si intitola ''Mein Teil''.
Nel 2006, Marian Dora (già regista del gore Melancholie Der Angel), delizia gli amanti del weird con questa biografia della vicenda tra i due uomini, tra il cannibale e la vittima consenziente.
''Cannibal'' riprende l'omicidio e, inoltre, aggiunge delle ore di amore e sesso tra i due protagonisti, rispettivamente Carsten Frank (nei panni di Meiwes) e Victor Brandl (Bernd Brandes) che interpreta la cosiddetta ''carne'' al macello.
Film molto lento, talmente lento da poter essere descritto come tedioso, ''Cannibal'' ha .una fotografia onirica e acida e presenta un'atmosfera molto areosa.
Degne di nota le scene romantiche tra i due uomini che hanno molto spazio nella pellicola, anche se romanzate un po' troppo. Seppur ci sia del romanticismo, c'è l'equilibrio dato dalle scene gore concentrate nel finale.
Ottima descrizione della storia, una narrazione tutt'altro che prolissa, non munita di alcun dialogo.
Un film muto indipendente dall'alone onirico, adatto per chiunque voglia andare più a fondo nella storia del cannibale di Rothenburg.
Poesia (dal punto di vista di Bernd Brandes)
''Cerco ragazzo ben fatto
tra i diciotto e i trenta,
per essere macellato'',
le parole del Maestro Macellaio.
Capii di esser io il prescelto.
Giunsi da te e ti scelsi,
come tu scegliesti me.
Morii quando mi mangiasti.
Affondai in te e avesti la mia carne.
Morii per essere in te
e morii,
essendo ormai,
in pace con me stesso,
parte di te.
Ero io il prescelto.
Ora Armin Meiwes è in galera e sta scontando la sua pena. Sarà cambiato? Forse no, forse lo sarà davvero... forse è restato interiormente il cannibale interessante e affascinante che ha spiazzato il mondo o probabilmente, avrà voltato pagina come David Berkowitz, ma niente, niente permetterà al mondo di dimenticare quel terrificante sorriso, pregno di pura perversione.
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