Suspiria: settembre 2016

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venerdì 30 settembre 2016

Il dramma di JonBenét Ramsey

JonBenét Ramsey.
Bella e candida, ingenua e ancora fresca, 
pura ma già desiderio di qualcuno. Questo è ciò che era la bellissima 
JonBenét Ramsey, 
splendida bambina di sei anni e 
già reginetta di concorsi di bellezza,
piccolo angelo,
candida anima persa,
strappata troppo precocemente alla vita
e portata con destrezza verso la morte.


 JonBenét Ramsey, nome creato dall'unione dei nomi di suo padre John Bennett Ramsey, nacque ad Atlanta, in Georgia, nel 6 Agosto del 1990.
Jon frequentò la High Peaks Elementary School e seguiva, tramite i genitori, la chiesa locale. Il padre John era un repubblicano e presidente aziendale, mentre la madre Patty era una ex reginetta di bellezza. Il 5 Novembre del 1980, John Bennett e Patricia si sposarono ed ebbero dei figli; JonBenét e Burke Hamilton. JonBenét aveva anche dei fratellastri, John Andrew e Melinda avuti dalla precedente relazione del padre ed Elizabeth, morta anni prima in un incidente stradale. 
JonBenét vantava già di una precoce carriera; il suo curriculum era quello di una professionista e a soli 6 anni era già una reginetta dei concorsi di bellezza. Inoltre, la piccola, seguiva lezioni di violino.
Un piccolo prodigio.

Era la notte di Natale del 1996. La famiglia Ramsey è ad una festa a casa di amici. Alle 22:00 in punto la famiglia torna alla loro casa e Burke e JonBenét vanno immediatamente a letto, a dormire. Patsy e John preparano le valige per il viaggio che avrebbero dovuto fare il giorno dopo. Patsy stava seguendo la chemioterapia per un cancro alle ovaie che le era stato diagnosticato nel '93 e per lei non era un gran bel periodo. La casa dei Ramsey era composta da quindici camere ed era costituita da tre piani e un seminterrato. Nel seminterrato c'era una palestra, la cantina e la lavanderia; al pianoterra c'erano cucina, salotto e altre due stanze, mentre al secondo piano c'erano le camere dei bambini e all'ultimo quella dei coniugi Ramsey. Tutto era collegato da una scala a chiocciola che ogni mattina Patsy prendeva per andare in cucina. 
Quella notte, JonBenét sparì.

Patricia e i suoi due figli, JonBenet e Burke Hamilton.
La notte tra il 25 e il 26, i vicini sentirono l'urlo di un bambino provenire da casa Ramsey, pur se i genitori dissero di non aver sentito nulla e di non aver visto nulla di strano.
Appresero della scomparsa di Benét quando la mattina Patsy Ramsey trovò sulle scale a chiocciola di servizio, alle 5:30, una lettera di riscatto per sua figlia dove si chiedeva di preparare in contanti 118.000 dollari. 
Successivamente si scoprì che la lettera era stata scritta su due fogli strappati da un quaderno appartenente proprio a Patsy, 
Patsy però, pur se nella lettera c'era scritto di non contattare nessuno sennò la bambina sarebbe morta, chiamò il 911 denunciando il rapimento di sua figlia. La somma richiesta ammontava, casualmente, alla somma che John Bennett aveva vinto dalla sua azienda. La polizia ispezionò la casa e non trovò traccia della bambina, né di effrazioni. 


Il contenuto della lettera:

Signor Ramsey, Ascolti bene! Siamo un gruppo di persone che rappresentano una piccola fazione straniera. Rispettiamo il suo lavoro ma non la nazione per cui lo svolge. In questo momento abbiamo sua figlia in nostro possesso. È sana e salva e se vuole che veda il 1997, deve seguire le nostre istruzioni alla lettera. Prelevi 118.000$ dal suo conto. 100.000 devono essere in biglietti da 100 e gli altri 18.000 in biglietti da 20. Si assicuri di portare alla banca una valigetta di dimensioni adeguate. Quando torna a casa metta i soldi in una busta di carta marrone. La chiamerò domattina tra le 8 e le 10 per darle le istruzioni per la consegna. La consegna sarà faticosa per cui le consiglio di essere riposato. Se vediamo che preleva i soldi prima, la chiamerò presto per accordarci su una consegna anticipata e quindi una riconsegna anticipata di sua figlia. Ogni deviazione dalle mie istruzioni causerà l’immediata esecuzione di sua figlia. Non avrà nemmeno i suoi resti per il funerale. I due signori che la tengono in custodia non hanno una particolare simpatia per lei, per cui la avverto di non provocarli. Parlare a chiunque della sua situazione, come alla polizia, all’FBI ecc., avrà come risultato la decapitazione di sua figlia. Se la vediamo parlare anche con un cane, lei muore. Se lei avverte la banca, lei muore. Se i soldi sono in qualsiasi modo segnati o manomessi, lei muore. Può provare a imbrogliarci ma sappia che noi conosciamo molto bene le tattiche e le contromisure delle forze dell’ordine. Ha 99 possibilità su 100 di uccidere sua figlia se tenta di fregarci. Segua le nostre istruzioni e avrà il 100% di possibilità di riaverla indietro. Lei e la sua famiglia siete sotto controllo costante, così come le autorità. Non tentare di fare il furbo John. Non sei l’unico ricco dei dintorni, per cui non pensare che per noi uccidere sia difficile. Non ci sottovalutare John. Usa quel tuo buon senso del Sud. Adesso dipende da te John!
Vittoria!
John Bennett e Patricia Ramsey.

John Ramsey, con degli amici, ispezionò lui stesso la casa e nella cantina trovò il corpo morto della figlia, avvolto in una coperta bianca: la sua preferita.
JonBenét indossava pantaloni bianchi di un pigiama, mutandine bianche, maglia a maniche lunghe e una felpa con paillettes. 
Posizionata supina, nella mano destra era disegnato con un pennarello rosso un cuoricino e sulla bocca aveva del nastro adesivo. 
La piccola era legata con una corda di nylon... 
Le lenzuola erano bagnate poiché la bambina soffriva di enuresi notturna, ma si pensò che probabilmente venne molestata e violentata.
L'autopsia rivelò che la piccola morì per strangolamento e asfissia, avvenuto da dietro come se l'assassino non volesse guardare la vittima negli occhi, e c'era una grande frattura del cranio, un trauma cranico cerebrale.
La garrota con cui la bimba venne strangolata, era avvolto attorno al manico rotto di un pennello appartenente a Patsy e le setole del pennello vennero trovate in una vasca, sempre della madre, dove teneva strumenti per dipingere.
Patsy infatti, in quel periodo era caduta in una forte depressione dovuta al suo cancro. 

giovedì 15 settembre 2016

Ed Gein- La sua storia e la sua influenza cinematografica



Edward Theodore Gein nasce a La Crosse il 27 Agosto 1906, figlio di Augusta T. Lehrke e George P. Gein. Edward fin da subito è vittima di un'infanzia poco felice, di insegnamenti religiosi ossessivi - quella della pazza madre - e della violenza, fisica e sessuale, del padre alcolizzato.
La madre Augusta, donna molto fanatica e austera, manteneva la famiglia  per mezzo di una drogheria e poco dopo comprò una fattoria a Plainfield, nel Wisconsin, conosciuta come ''il buco dello stato'': quella sarebbe stata la dimora dei Gein, nonché luogo dove sarebbero avvenuti, in futuro, gli atti efferati compiuti da Ed. 

Augusta, che era luterana, educò i figli in modo molto severo; li costrinse a vivere in completo isolamento, lontani dai passanti e dal mondo esterno, così che i figli arrivarono a vedere unicamente il volto della madre. Ed e Henry vivevano una vita fatta di casa-scuola e duro lavoro alla fattoria. Tale educazione ebbe un riscontro importante soprattutto nei confronti delle abitudini umane e del sesso femminile. Era un'epoca in cui le cittadine erano tranquille, silenziose, fatta di abitanti con convinzioni e visioni pudiche, avvolte dalle atmosfere caste e cristalline degli anni '40. C'erano, inoltre, enormi tabù sull'immoralità e sulla sessualità, cosa che veniva mal vista.
Il sesso, secondo Augusta, era giusto solamente se si aveva lo scopo di procreare, e impartì ai figli la concezione che tutte le donne, all'infuori di lei, fossero delle prostitute, portandoli ad aver timore di esse: ad avere una vera e totale avversione. E così, si cresceva tra un lavoretto nella stalla, gli studi scolastici e le letture bibliche giornaliere: morte, peccato, la punizione di Dio, l'omicidio, la sessualità... erano tutti elementi ricorrenti dell'antro di repulsione e ostilità che i piccoli Gein erano portati, ormai, a provare.


All'età di dieci anni Ed provò il primo orgasmo vedendo un maiale macellato dai suoi genitori. La perversione sessuale si manifesta già allora, vivente nella repressione. Da adolescente ci fu un episodio in cui il giovane, intento a masturbarsi nella vasca da bagno, venne sfortunatamente, colto in flagrante dalla madre Augusta, che gli afferrò i genitali (li nominò ''la maledizione dell'uomo'') e lo punì gettandolo con forza nell'acqua bollente. A ventun'anni, i figli promisero anche, alla loro madre, di rimanere vergini secondo la sua volontà.
Ed aveva una personalità fragile, instabile, colma di debolezze e sofferenza. Sua madre fu la sua unica gioia, ma anche la sua decisiva rovina.

Fragile, esile, effeminato, debole e timido, Ed diviene vittima dei bulli a scuola e, nonostante ciò, continua ad essere un buon alunno e ad avere buoni voti. Veniva ricordato dalle insegnanti per le sue risate incontrollabili e inappropriate, anche in momenti seri, che avvenivano senza un evidente motivo. Dai cittadini era descritto come una persona amabile, buona e impacciata.
Ci fu poi la morte di suo padre e la situazione a casa si complicò. Il fratello Henry cominciò a dissentire da Augusta, mostrando un indole ribelle: perse la verginità, vide le cose sotto una luce diversa tentando di far cambiare idea anche a Ed, così che anche lui aprisse gli occhi. Era il Maggio del 1944 quando la fattoria fu arsa da un grande incendio di natura sconosciuta. Henry fu trovato morto.
Ed venne interrogato dalla polizia e riferì loro che nel mentre perse di vista il fratello, ma dopo riuscì ad indicare in modo preciso il luogo dove si trovava il cadavere. Henry riportò un trauma cranico, ma venne dato morto per asfissia.
Gein venne sempre sospettato della morte del fratello, che coincideva proprio con la ribellione di quest'ultimo nei confronti di sua madre.
Quella donna veniva vista da Ed come una figura divina, da venerare e seguire, ma al contempo qualcosa in lui la ripudiava: era un rapporto ambivalente di odio-amore.
Dopo due anni dalla morte di Henry giunse il momento anche per Augusta: infatti la donna morì per un ictus nel 29 Dicembre del 1945. Ed rimase, così, solo nella fattoria, avvolto da un immenso dolore.

Un uomo di trentanove anni se ne stava in una fattoria del Wisconsin, in una uggiosa giornata di silenzio, in lacrime come un bambino per la perdita della beneamata madre... ed era ormai solo al mondo. Augusta era l'unica figura importante per Ed, che aveva, secondo gli psicologi, una patologia psicotica nei suoi confronti. La sua morte scatenò in lui una schizofrenia e lo portò ad uno squilibrio mentale. 
Isolato dalla realtà esterna, cominciò a frequentare i cimiteri, profanando tombe e dissotterrando cadaveri; per la maggior parte delle volte erano delle donne di mezza età che gli ricordavano indubbiamente la madre defunta. 
Ed era solito osservare i necrologi e, di quando in quando una persona moriva, correva al cimitero armato di torcia e pala per raccogliere i suoi amati cadaveri. 
Così facendo, credeva di poterli riportare in vita tramite un dono di Dio, o meglio... pensava di poter riportare in vita la madre deceduta. E cosa faceva coi cadaveri? Accessori in pelle umana.
Maschera fatta di pelle umana ritrovata in casa di Ed Gein.

I poliziotti, quando nell'epilogo si ritrovarono in casa di Ed, videro uno spettacolo agghiacciante, talmente tanto da sentirsi male. Lì segnalarono: vasi contenenti quattro nasi e delle vagine;
teschi e ossa;
resti di almeno dieci persone;
un tamburo di pelle;
una cintura costituita interamente da capezzoli femminili;
una decorazione alla camera da letto con dieci teste di donna;
lampade e sedie fatte di pelle umana;
ossa e calotte craniche mutate in scodelle e posate;
labbra per adornare le finestre;
femori usati come le gambe di una tavola;
nove maschere e vestiti in pelle umana.

Gein aveva creato un abito da donna con annesse maschere per cambiare sesso, stravolgendo la sua natura maschile: pensava così, di riportare in vita Augusta diventando lei. Dopo un po', però, i cadaveri non gli bastarono più: aveva bisogno di gente viva.

Mary Hogan, prima e dopo la sua morte.

Mary Hogan aveva 54 anni ed era la proprietaria di una piccola taverna del posto. Secondo ciò che diceva la gente, Ed era solito recarsi in quella taverna dove si riunivano anche altri cittadini, suoi amici. Mary scomparve nel 1954 e nessuno ne vide più traccia. Durante quel periodo, Ed disse spesso ai suoi compaesani di aver preso lui Mary e che, però, donna stesse bene, e a casa sua: ovviamente non venne creduto e si ipotizzò uno scherzo. Anni dopo, quando Ed venne arrestato, confessò il suo omicidio.
L'aveva rapita e ammazzata con una calibro 32. Durante la perquisizione alla fattoria, venne ritrovata la testa di Mary in una valigetta.

Bernice Worden, la seconda vittima.

Nel 17 Novembre del 1957 Bernice Worden, commessa in una ferramenta, scomparve nel nulla. Quel giorno Ed si era recato lì per acquistare una latta d'olio, ma non ne uscì con quello che richiese. Vide un fucile in vetrina, una carabina calibro 22 e sparò alla nuca. Come suo solito fare con i corpi deceduti, la portò alla fattoria. Il figlio di Bernice, tornato da una battuta di caccia, andò nel negozio e quasi gli prese un colpo quando notó che il pavimento era tutto ricoperto di sangue: il sangue di Bernice.
Chiamò immediatamente la polizia locale e fece il nome di Ed Gein come primo e unico sospettato, poiché l'uomo nell'ultimo periodo si comportava in modo singolare e si recava spesso lì a parlare con la donna. Tra l'altro, venne trovato uno scontrino d'acquisto di latta d'olio, proprio quello che solitamente richiedeva Ed.
La polizia così si recò a casa dell'uomo, si divisero in due squadre e perlustrarono la macabra fattoria. Sgomento, terrore e disgusto percosse gli uomini che si ritrovarono faccia a faccia con quel cimitero vivente. Il corpo di Bernice venne ritrovato nel capanno, appeso, scuoiato e privo di testa e interiora. I resti del cadavere vennero ritrovati in casa avvolti in abiti da uomo, tra cui testa (riempita di chiodi), budella e cuore, avvolti entrambi da un sacco di plastica. Ora Gein non aveva scampo: era stato scoperto.

Il cadavere di Bernice Worden.

Ed venne ritenuto instabile mentalmente e quindi incapace di tenere un processo. Nello stesso momento, al processo, l'uomo disse una frase che sconvolse tutti i presenti e i suoi vicini:''Non ho mai ammazzato un cervo''. Ed, infatti, aveva spesso dato loro (ad amici e conoscenti) della carne da mangiare, dicendo che fosse, appunto, carne di cervo.
La fattoria, non si sa come, fu volta da un incendio, e quando Ed venne a saperlo rispose semplicemente:''Meglio così''.
Venne discolpato per infermità mentale e scampò così la sedia elettrica, vivendo il resto della sua vita in manicomio. 
A Edward Theodore Gein, in seguito, venne diagnosticato il cancro e il 26 luglio 1984 morì per insufficienza respiratoria.
Le vicende sconvolsero per sempre la cittadina di Plainfield e divennero famose in tutto il mondo. Ed Gein venne riconosciuto come uno degli assassini più efferati della storia.
A quei tempi non si era ancora parlato di assassini seriali e niente di simile era mai stato visto prima, o in televisione.
Fu così che si comprese che non ci si può fidare di nessuno, neanche dei cittadini con cui sei cresciuto da una vita... neanche dei tuoi vicini, o della tua stessa famiglia.